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Disabilità intellettive

DISABILITÀ INTELLETTIVA

Caratteristiche cliniche

In ambito clinico e scientifico il termine ritardo mentale è stato ampiamente sostituito dal termine “disabilità intellettiva” che nel manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM-5) è ora l’equivalente di “disturbi dello sviluppo intellettivo”, adottato nella bozza dell’ICD-11. Il DSM-5 non associa a tale termine l’aggettivo “evolutiva” al fine di comprendere in questa condizione anche le disabilità intellettive acquisite, ad esempio derivanti da un trauma cranico durante il periodo di sviluppo.

Il ritardo mentale (disabilità intellettiva) è un disturbo con esordio in età evolutiva e comprende deficit del funzionamento sia intellettivo che adattivo negli ambiti concettuali, sociali e pratici.

È definito dal QI (quoziente di intelligenza) ottenuto tramite la valutazione di uno o più test di intelligenza standardizzati somministrati individualmente (ad esempio la Scala di Intelligenza Wechsler, la Stanford Binet, scala Leiter-R). Un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media di almeno due deviazioni standard è definito da un QI di circa 70 o inferiore. I punteggi ottenuti ai testi per il QI non soddisfano da soli i criteri diagnostici, ma dovranno integrare la valutazione del funzionamento adattivo generale del soggetto: esigenze di vita quotidiana, standard di autonomia personale, retroterra socioculturale e contesto ambientale.

verificato, in base all’età, nel contesto familiare, scolastico, lavorativo e comunicativo.

Sono quattro i livelli di gravità (lieve, moderato, grave ed estremo), che contengono a loro volta i seguenti domini:

  1. Dominio concettuale: comprende competenze linguistiche, abilità di lettura, scrittura, matematica, ragionamento, memoria e anche conoscenze generiche.
  2. Dominio sociale: riguarda la capacità empatica, il giudizio sociale e interpersonale, la capacità di comunicazione, la capacità di fare e mantenere amicizie e capacità similari.
  3. Dominio pratico: concerne la gestione di ambiti personali come il sapersi prendere cura di se stessi, la responsabilità sul lavoro, la gestione del denaro o le attività svolte nel tempo libero. Si include anche l’aspetto organizzativo della scuola e dei compiti di lavoro.

 

Classificazione

Ritardo mentale lieve

 

Il ritardo mentale lieve nei bambini non è immediatamente evidente. Questi bambini sviluppano capacità sociali e comunicative negli anni prescolastici (da 0 a 5 anni di età), hanno una compromissione minima nelle aree senso-motorie e spesso non sono distinguibili dai bambini senza disabilità fino all’ingresso nella scuola primaria. Al termine dei percorso scolastico (14-16 anni) possono raggiungere un’età mentale compresa tra gli 8 e gli 11 anni e delle competenze cognitive tipiche della fase dell’intelligenza operatoria concreta. Durante l’età adulta acquisiscono capacità sociali e occupazionali adeguate per un livello minimo di autosostentamento, ma possono aver bisogno di appoggio, di guida e di assistenza.

Ritardo mentale moderato

 

La maggior parte dei bambini con ritardo mentale moderato acquisisce il linguaggio e le abilità prescolastiche molto lentamente. Difficilmente progrediscono oltre il livello della seconda classe primaria nelle materie scolastiche e non arrivano all’intelligenza operatoria concreta. Possono imparare a spostarsi da soli in luoghi familiari. Durante l’adolescenza, le loro difficoltà nel riconoscere le convenzioni sociali possono interferire nelle relazioni con i coetanei. Nell’età adulta, la maggior parte riesce a svolgere lavori non specializzati, sotto supervisione, in ambienti di lavoro protetti o normale.

Ritardo mentale grave

 

Durante la prima fanciullezza i soggetti con ritardo mentale grave acquisiscono un livello minimo di linguaggio comunicativo:  la produzione verbale è costituita prevalentemente da singole parole o frasi semplici. Durante il periodo scolastico possono imparare a parlare e possono essere addestrati alle attività elementari di cura della propria persona. Nell’età adulta possono essere in grado di svolgere compiti semplici in ambienti altamente protetti. Possono essere presenti comportamento autolesivi e di disadattamento. La maggior parte di essi si adatta bene alla vita in comunità o con la propria famiglia, a meno che non abbia una disabilità associata che richieda assistenza specializzata o altre cure.

Ritardo mentale gravissimo

 

La maggior parte di chi presenta questa diagnosi di ritardo mentale ha una condizione neurologica diagnosticata che spiega il disturbo. Durante la prima infanzia, mostrano considerevole compromissione del funzionamento senso-motorio. Le abilità concettuali in genere si riferiscono al mondo fisico piuttosto che ai processi simbolici. L’individuo ha una comprensione molto limitata della comunicazione simbolica nell’eloquio o nella gestualità e può comunicare attraverso il non verbale. L’individuo è dipendente dagli altri in ogni aspetto della cura fisica, della salute e della sicurezza quotidiane.

Cause

Fattori ereditari

 

L’ereditarietà è un fattore ritenuto probabile in tutti i casi in cui il soggetto è biologicamente sano e si possono escludere cause  esogene, malformazioni e cause genetiche non ereditarie (come ad esempio le alterazioni cromosomiche). Tuttavia è attuale la discussione a proposito della concordanza tra i fattori ereditari e i fattori sociali e culturali che determinano il ritardo mentale.

 

Fattori acquisiti

 

Tra questi si ricordano le alterazioni precoci dello sviluppo embrionale, come le mutazioni cromosomiche. Sull’embrione possono intervenire anche fattori tossici (avvelenamenti acuti o cronici della madre, come quello da ossido di carbonio o da piombo) e fattori infettivi (toxoplasmosi e infezioni virali). Infine possono avere qualche ruolo anche le carenze nutritive durante la gravidanza.

Fattori traumatici

 

L’evento traumatico principale è quello “da parto” (trauma per il passaggio attraverso un bacino troppo stretto o per manovre ostetriche scorrette); frequente è il trauma indiretto dovuto ad un parto prolungato e difficoltoso che provoca stasi circolatoria ed emorragie encefaliche; un altro tipo di trauma indiretto è quello dovuto ad anossia. Altri eventi traumatici sono da associare a traumi cranici durante l’infanzia e la fanciullezza, che generano danni localizzati.

Fattori infettivi

 

Ricordiamo le meningoencefaliti come complicanza di malattie esantematiche come morbillo, scarlattina.

 

Quadri clinici particolari

Ritardo mentale nella cecità

 

Non si può considerare deficit intellettivo secondario al difetto sensoriale quello che è da mettere in relazione alla stessa causa che ha causato la cecità. Il bambino cieco non possiede il mezzo per l’esplorazione della realtà e ciò ostacola il suo sviluppo cognitivo. In relazione al deficit sensoriale, inoltre, vi sono l’insicurezza, l’ansia che sono in stretto rapporto con l’ambiente.

Ritardo mentale nella sordità

 

Come per quanto affermato sulla cecità, anche per la sordità è necessario precisare che in alcuni casi essa è, insieme all’insufficienza mentale, secondaria ad una stessa causa che nella vita endouterina o in quella post natale ha provocato lesioni del sistema nervoso centrale. Questo ritardo è considerato secondario alla mancata acquisizione del linguaggio, che caratterizza le forme più gravi di sordità.

Bibliografia e Fonti:

  1. B. Fagiani, Lineamenti di psicopatologia dell’età evolutiva, Carocci, Roma 2009.